Aggredito con acido, secondo i pm lei tentò di evirare un ex

Nuova accusa per la donna arrestata insieme all’amante
È stata formalizzata una nuova accusa a carico di Martina Levato, la donna bocconiana arrestata lo scorso 28 dicembre con l’amante Alexander Boettcher per l’aggressione con l’acido ai danni del 22enne Pietro Barbini. La giovane, infatti, è accusata anche di lesioni aggravate dalla premeditazione per aver tentato di evirare nel maggio 2014 un altro giovane che aveva avuto una relazione con lei. Deve rispondere anche di calunnia, perché poi disse che era stato il ragazzo a cercare di aggredirla.

Ieri, tra l’altro, alla coppia ‘diabolica’, in vista di una serie di perquisizioni disposte dal pm di Milano Marcello Musso e dal procuratore aggiunto Alberto Nobili ed effettuate dalla polizia, sono stati contestati anche i reati di tentate lesioni, rapina e ricettazione in merito ad altri episodi datati tra il 15 e il 25 novembre scorso e già noti alle forze dell’ordine, tra cui il tentativo di gettare dell’acido addosso a un altro uomo, G. C., in via Nino Bixio. Il caso del tentativo di evirazione era già emerso nelle ore successive all’arresto della studentessa e del broker e un fascicolo sul caso era già stato aperto in Procura. Ora, però, anche questo filone di indagini è passato sul tavolo del pm Musso. E, da quanto si è saputo, sono state da poco formalizzate a carico della bocconiana anche le accuse di lesioni aggravate dalla premeditazione e calunnia per questo episodio. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, il 20 maggio 2014 la ragazza fissò un appuntamento per incontrare il giovane, anche lui studente bocconiano e con cui aveva avuto una breve relazione durante una vacanza l’estate precedente. I due si appartarono in macchina prima nei pressi dell’università, vicino a parco Ravizza, e poi nel parcheggio di un hotel in via Lampedusa. A quel punto, la giovane avrebbe insistito affinché si spostassero dai sedili anteriori a quelli posteriori per avere un rapporto sessuale e a un certo punto avrebbe detto a lui: “Chiudi gli occhi, perché ti devo fare un regalo!”. Quando il ragazzo li chiuse, Levato prese un coltello che aveva nascosto in un vano dell’auto. Secondo l’accusa, la bocconiana avrebbe nascosto quel coltello addirittura “alcuni giorni” prima, premeditando l’aggressione. L’uomo ha riportato ferite sia ad un mano, nel tentativo di proteggersi, che nelle parti intime. La studentessa è anche accusata di calunnia perché avrebbe poi denunciato il ragazzo, dicendo, in sostanza, che era stato lui a tentare di aggredirla. Secondo l’accusa, invece, la donna aveva scelto i sedili posteriori dell’auto, perché così il ragazzo non sarebbe potuto fuggire dato che l’auto non aveva le portiere posteriori. Intanto, il processo per l’aggressione a Barbini a carico della coppia, accusata di lesioni gravissime aggravate dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai motivi abietti, riprenderà il prossimo 27 gennaio.
Tratto da www.  ansa.it

Vigili Assenti: il 12 febbraio sciopero tutta Italia

VIGILI ASSENTI,ASSEMBLEA MINACCIA SCIOPERO E 'NUBI'SU DERBY

La decisione è stata presa dal sindacato Ospol-Csa che rappresenta la maggior parte dei vigili urbani degli 8 mila comuni italiani
Gli agenti della polizia locale di tutta Italia sciopereranno il prossimo 12 febbraio. La decisione è stata presa dal sindacato Ospol-Csa che rappresenta la maggior parte dei vigili urbani degli 8 mila comuni italiani. L’iniziativa anche dopo il caso dei ‘vigili assenti’ la notte di Capodanno a Roma.
Tratto da www. ansa.it

Charlie Hebdo: fermato complice Coulibaly

Al Qaeda nello Yemen rivendica l’attacco e minaccia nuove tragedie. Usa: video autentico
Tra le 12 persone fermate oggi nella banlieue di Parigi in relazione agli attentati terroristici della settimana scorsa c’è il principale complice di Amedy Coulibaly, quello che gli ha fornito “il più rilevante supporto logistico” e in particolare l’auto su cui viaggiava prima della sparatoria a Montrouge. Lo rivela iTelé. L’uomo, rivela ancora la rete all news, citando fonti vicine agli inquirenti, sarebbe stato individuato grazie a tracce di materiale genetico ritrovate nell’auto.

Diversi siti di media francesi sono fuori uso per quello che sembra un attacco informatico. La radio France Inter, il sito di informazione Mediapart, il sito 20minutes e anche Le Parisien – fra gli altri – sono irraggiungibili.

“La minaccia non è mai stata così forte. Lo stato islamico può essere in grado di fare attentati in Europa”. Lo ha detto il primo ministro, Manuel Valls, ai microfoni di Europe 1, aggiungendo: “è lungi dall’essere finita”.
“Non crediamo ci siano legami diretti” tra gli attentati terroristici in Francia e gli arresti in Belgio: lo ha detto il premier, intervistato da BFM-TV. “Bisogna essere prudenti”, ha detto ancora il Valls, aggiungendo: “Mi congratulo con le autorità del Belgio che hanno smantellato la rete”. E ancora: “Facciamo fronte alla stessa minaccia”. “Agiremo in modo implacabile”, la “Francia va avanti, la Francia è in piedi”.

E’ in corso un sequestro nell’ufficio postale di Colombes, nella periferia di Parigi. Secondo iTelè non ci sarebbero legami con il terrorismo ma sarebbe l’opera di uno squilibrato con problemi sentimentali. Due gli ostaggi.

A Parigi riapre Gare de l’Est, cessato allarme – Riaperta alle 9:30 la Gare de l’Est di Parigi, dopo un’ora e mezzo di perquisizioni da parte degli artificieri. La chiusura era stata disposta dalle ferrovie SNCF, nell’ambito del piano antiterrorismo Vigipirate, in seguito a una telefonata anonima e alla presenza di un bagaglio abbandonato.

“Sono i musulmani a essere le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell’intolleranza”. Lo ha detto il presidente francese François Hollande, in un discorso all’Istituto del mondo arabo di Parigi.
“Il fondamentalismo islamico si nutre di tutte le contraddizioni, delle povertà, dei conflitti non risolti da troppo tempo, e sono i musulmani ad esserne le prime vittime”, ha aggiunto, invitando di nuovo ad “evitare le confusioni” tra estremisti violenti e musulmani moderati. “Gli atti contro i musulmani, così come l’antisemitismo, devono essere non solo denunciati, ma puniti con severità”, ha detto, ribadendo che la Francia si impegna a “difendere tutti i suoi cittadini” indipendentemente dalla religione.”Abbiamo un dovere di solidarietà nei confronti del mondo arabo”, ha aggiunto, citando in particolare il caso del conflitto siriano, in cui “a furia di non essere affrontata, è la forza che ha avuto la meglio. “Il mondo arabo è in piena mutazione, anche se non tutte le sue ‘primavere’ hanno prosperato”, ha proseguito Hollande, sottolineando che “questi cambiamenti richiedono tempo”. In questo contesto, “la sicurezza è necessaria ai popoli arabi, perché possano compiere il loro rinnovamento”.Intanto, la Lega araba ha annunciato al Cairo che studierà la possibilità di creare una “forza d’intervento rapido” anti-terrorismo. Secondo una dichiarazione letta dal segretario generale della Lega, Nabil el-Arabi, ad una riunione ministeriale straordinaria in corso nella capitale egiziana, la possibilità di formare una “forza d’intervento rapido araba per lottare contro il terrorismo” è conforme al Trattato arabo di difesa comune del 1950. El-Arabi ha esortato a tenere una riunione straordinaria del Consiglio di difesa arabo per esaminare i “meccanismi necessari” a creare questa “forza” d’intervento e i suoi presupposti “giuridici”.

Intanto funzionari dell’intelligence statunitense e francese vanno consolidando la convinzione che gli attacchi terroristici dei giorni scorsi a Parigi siano stati ispirati da al Qaida ma non direttamente sotto la sua supervisione. Uno dei due fratelli responsabili dell’attacco allo Charlie Hebdo avrebbe trascorso un breve soggiorno nello Yemen e avrebbe incontrato un leader di al Qaida. Tuttavia gli 007 statunitensi non sono convinti che l’attacco a Parigi sia stato diretto dall’estero. Gli investigatori non credono neanche che l’uomo che ha ucciso cinque persone in altre zone della città fosse d’accordo con i due fratelli. Queste ipotesi inquadrano gli attacchi in una ondata di violenza scatenata da individui disperati con simpatie per al Qaida, l’ Isis o i loro seguaci, ma che non coinvolti in una cospirazione internazionale, più facile da individuare.
Mentre secondo il sindacato di polizia francese “Abbiamo a che fare con una struttura ben organizzata tipo mafia”. Si tratta “individui molto pericolosi, uomini e donne: è davvero una guerra”, dice il portavoce di un sindacato di polizia francese Christope Crepin, intervistato dall’AP, parlando delle indagini legate alle stragi che hanno insanguinato Parigi. Secondo l’agenzia di stampa Usa, la casa-arsenale di Gentilly, nel sud di Parigi, era stata presa in affitto da Amedy Coulibaly, uno dei tre attentatori, quello delle stragi a Montrouge e Vincennes, “circa due settimane fa”. Nella zona, i vicini hanno detto di non aver notato nulla di particolare. Solo un testimone dice di aver visto Coulibaly frequentare regolarmente la palestra. Oltre al covo arsenale di Gentilly, gli investigatori stanno lavorando sulle fonti di finanziamento dei terroristi. Nella loro testimonianza all’Ap, alcuni dealer a lui associati raccontano che Coulubaly vendeva marijuana e hashish nella banlieue parigina, non più di un mese fa. Mentre i fratelli Kouachi, autori della strage a Charlie Hebdo, vendevano attrezzature sportive Made in China.

Mentre, oggi, Montreuil, la banlieue di Parigi in cui era residente, celebra Tignous, uno dei vignettisti uccisi nella strage a Charlie Hebdo. La sua bara è stata ricoperta di scritte e disegni. Alla cerimonia, nella sede del comune, partecipano diverse centinaia di persone. La sepoltura è prevista questo pomeriggio al cimitero di Père-Lachaise di Parigi. Tra i presenti, molti amici del vignettista, tra cui Patrick Pelloux, uno dei superstiti della strage, e il ministro della Giustizia, Christiane Taubira. Quest’ultima ha osservato la Francia è il Paese “di Voltaire e dell’irriverenza, abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni”. “Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta”, ha detto ancora Taubira.

La Francia si interroga ulla controversa sepoltura dei tre jihadisti abbattuti: Chérif Kouachi, Said Kouachi e Amedy Coilibaly. Per il momento, le salme sono all’istituto medico-legale del 12/mo arrondisemment Parigi, “il tempo delle indagini” e nell’attesa di una decisione sulla sepoltura. “Non disponiamo di informazioni, spetta alle famiglie decidere”, spiega il ministero dell’Interno al Figaro. Prossimamente, il procuratore della Repubblica dovrà autorizzare le famiglie a recuperare le spoglie dei tre defunti. Le famiglie, che hanno condannato gli assalti, dovranno poi esprimersi sul da farsi. Concretamente, la legge francese autorizza la sepoltura nel luogo di residenza, nel luogo di decesso o nel luogo in cui c’è una tomba di famiglia. Le alternative sono quindi numerose. Ma l’alzata di scudi di alcuni sindaci, che temono anche “pellegrinaggi” del terrore, non si è fatta attendere. Alcuni si rifiutano nettamente, altri storcono il naso, altri ancora potrebbero pretendere una forte presenza di polizia durante la sepoltura oltre una tomba anonima. Un simile dibattito si aprì anche ai tempi di Mohammed Merah, nel 2012, che alla fine venne sepolto con grande discrezione al cimitero di Cornebarrieu, a cinque chilometri da Tolosa dove venne abbattuto durante il blitz delle forze speciali.

Quella dell’altro giorno è stata un’anteprima tra satira e commozione. E con un nuovo video dell’attacco alla redazione del giornale satirico, lo scorso 7 gennaio. I vignettisti di Charlie Hebdo hanno presentato a Parigi la prima pagina del nuovo numero, già destinato ad entrare nella storia e suscitare altre polemiche. Sulla copertina c’è l’immagine di Maometto che piange. “Il nostro Maometto è simpatico. E’ il mio personaggio, esiste nella mia matita, esiste quando lo disegno”, ha detto il vignettista Luz, autore della copertina con Maometto del primo numero di Charlie Hébdo in edicola dopo l’attacco della scorsa settimana, ha spiegato la sua decisione. Ad un certo momento Luz è scoppiato in lacrime. Dopo alcune ore è stato anche anche diffuso un nuovo agghiacciante video dopo il massacro al giornale.Nel filmato amatoriale, mostrato dalla Cnn, i due fratelli, Said e Cherif Kouachi, fermarsi con la Clio nera con la quale erano fuggiti dopo la strage e caricare i mitra mentre urlano più volte “Abbiamo vendicato il profeta Maometto”. Davanti a loro una macchina della polizia. I due però, calmi e freddi, salgono a bordo della Clio e iniziano a sparare contro la volante che indietreggia, riuscendo così a fuggire.

“Ho disegnato un Maometto che piange, ho pianto anch’io”, ha aggiunto Luz.

L’autorità egiziana che emette gli editti religiosi (fatwa), la “Dar el Iftaa” del Cairo, attacca la pubblicazione delle caricature di Maometto annunciata nel nuovo numero di Charlie Hebdo. E’ “una provocazione non giustificabile dei sentimenti di 1,5 miliardi di musulmani nel mondo”, ha sostenuto la “casa della fatwa” in un comunicato.
Minacce a Canard Enchainé,”tocca a voi” – “Adesso tocca a voi”: questo messaggio minatorio sarebbe stato ricevuto dal settimanale satirico francese Le Canard Enchainé all’indomani dell’attacco contro Charlie Hebdo. Lo rivela lo stesso giornale.

Non solo Francia. Nuovi sviluppi nella lotta al terrorismo anche in Italia. La Procura di Roma ha aperto un’indagine su alcuni stranieri di fede islamica residenti in Italia sospettati di avere legami con la Jihad. Sarebbero una decina le persone iscritte, secondo quanto si è appreso, nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Quella di martedì è stata una giornata di omaggi alle vittime e funerali in Francia, dopo gli attacchi terroristici della settimana scorsa. L’evento più sentito i funerali di Ahmed Merabet, il poliziotto assassinato mercoledì scorso sul marciapiede davanti a Charlie Hebdo. L’agente sarà sepolto nel cimitero musulmano di Bobigny, nella banlieue più calda di Parigi. Merabet, il cui video atroce che ne mostra l’uccisione quando era già a terra ha scioccato la Francia, avrebbe compiuto 41 anni il mese prossimo.
Minacce a Canard Enchainé,”tocca a voi” – “Adesso tocca a voi”: questo messaggio minatorio sarebbe stato ricevuto dal settimanale satirico francese Le Canard Enchainé all’indomani dell’attacco contro Charlie Hebdo. Lo rivela lo stesso giornale.

Non solo Francia. Nuovi sviluppi nella lotta al terrorismo anche in Italia. La Procura di Roma ha aperto un’indagine su alcuni stranieri di fede islamica residenti in Italia sospettati di avere legami con la Jihad. Sarebbero una decina le persone iscritte, secondo quanto si è appreso, nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Chi è Amedy Coulibaly,giallo sulla compagna in fuga

Quella di martedì è stata una giornata di omaggi alle vittime e funerali in Francia, dopo gli attacchi terroristici della settimana scorsa. L’evento più sentito i funerali di Ahmed Merabet, il poliziotto assassinato mercoledì scorso sul marciapiede davanti a Charlie Hebdo. L’agente sarà sepolto nel cimitero musulmano di Bobigny, nella banlieue più calda di Parigi. Merabet, il cui video atroce che ne mostra l’uccisione quando era già a terra ha scioccato la Francia, avrebbe compiuto 41 anni il mese prossimo.
Seduta speciale all’Assemblea Nazionale: al posto del tradizionale question time, è in programma un discorso prima degli interventi dei gruppi politici. In chiusura il primo ministro Manuel Valls annuncerà le nuove misure contro il terrorismo. Alla fine della seduta, attesa la decisione sulla prosecuzione dell’impegno francese in Iraq, un passaggio obbligatorio quando una missione dura oltre quattro mesi. Nessun dubbio sull’esito positivo del voto.
In Israele i funerali di 4 vittime – Nel cimitero di Har ha-Manuhot di Gerusalemme si sono svolti i funerali delle vittime dell’ ‘Hyper Casher’ a Parigi. Le salme di Francois Michele Saada (55 anni), Yoav Hattab (22), Philippe Braham (45) e Yohan Cohen (22) sono giunte all’alba in Israele. Al rito funebre, condotto in ebraico e in francese, assistono il Capo dello stato Reuven Rivlin, il premier Benaymin Netanyahu e il laburista Yitzhag Herzog. La Francia è rappresentata da Segolene Royal, ministro dell’ecologia.
Caccia a sei complici, Hayat in fuga – C’è almeno un complice, un altro elemento di mistero che si aggira in libertà. Ma fonti di polizia citate dall’Associated Press evocano “fino a sei” terroristi legati alla cellula jiahdista ancora alla macchia: uno di loro sarebbe stato avvistato alla guida di una Mini Cooper registrata a nome di Hayat Boumeddiene, la compagna del killer Coulibaly. E nuove minacce sono arrivate alla Francia.
“Finché i soldati francesi occupano paesi come Mali o Centrafrica e bombardano la nostra gente in Siria e in Iraq, e finché la sua stupida stampa continuerà a offendere il Profeta, la Francia si esporrà al peggio”, ha tuonato Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) in un messaggio video pubblicato sui siti jihadisti e rilanciato dai media francesi. La compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddiene, è sparita in Siria nei giorni in cui lui passava all’azione a Parigi. La Boumeddiene, ha fatto sapere ufficialmente la Turchia, ha soggiornato a Istanbul dal 2 all’8 gennaio per poi partire diretta in Siria. Coulibaly è inoltre sospettato anche di aver fatto esplodere un’autobomba a Villejuif, dintorni di Parigi, così almeno direbbe egli stesso nel video “postumo” comparso e poi fatto sparire dal web. Nel quale, fra l’altro, appare in modo sfocato una persona che assomiglia a Coulibaly.

In ogni caso, sarebbe proprio l’esistenza di questo video ad aver convinto gli inquirenti dell’esistenza di un “quarto uomo”, “complice”. Sarebbe questa persona, ovviamente, ad aver montato e diffuso il video in rete, dopo la morte di Coulibaly, “neutralizzato” nell’assalto dei reparti speciali venerdì sera al supermercato kosher.
Tratto da www. ansa.it

Siria, Greta e Vanessa libere: rientrate in Italia. Gentiloni: sul riscatto solo illazioni

Greta e Vanessa in Italia, arrivate a Ciampino

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane di 20 e 21 anni sequestrate in Siria alla fine di luglio, finalmente libere, sono rientrate a Roma alle 4 di questa mattina. Ad accoglierle, il ministro Gentiloni che ha riferito alla Camera sulla vicenda.

“Questa mattina, poco dopo le 4 a Ciampino, ho dato il bentornato a Greta e Vanessa: l’ho fatto a nome del governo e a nome dell’Italia intera”. Ha affermato il ministro degli Esteri intervenendo in Aula sulla liberazione delle due ragazze italiane, accompagnato da un applauso dell’aula. “Siamo contrari al pagamento di riscatti”; “L’Italia – ha detto – in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti: è’ la linea dell’Italia”. “Solo illazioni”. Così Gentiloni commenta le voci sul presunto pagamento di un riscatto per la liberazione delle due cooperanti.
“L’Italia, nella lotta al terrorismo non accetta lezioni da nessuno: siamo in prima fila, da tanti anni, dall’11 settembre e lo ribadiremo alla conferenza internazionale dei principali paesi della coalizioni anti-Isis”, ha affermato Gentiloni. “Considero inaccettabile che qualcuno abbia detto che Vanessa e Greta se la siano cercata”. “L’Italia ha bisogno di questi cooperanti e di questi volontari”, ha aggiunto. “Leggo in queste ore di molti inviti alla prudenza e li condivido. E so che Greta e Vanessa saranno le prime a condividerli, dopo la drammatica esperienza che hanno vissuto. Tali inviti valgono per tutti, cooperanti e lavoratori, turisti e missionari, giornalisti”.

Sono cominciate in una caserma le audizioni di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le ragazze vengono sentite dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dai sostituti Sergio Colaiocco e Francesco Scavo. Gli inquirenti procedono per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Al termine delle audizioni i verbali, come da prassi, saranno secretati. La procura di Roma è titolare ad indagare su tutti gli episodi criminali ai danni di italiani che si trovano in zone di guerra.

La felicità delle famiglie a casa in Lombardia

“Siamo tutti contenti, speriamo che Greta possa tornare a casa il più presto possibile e stare insieme alla sua famiglia”. Attendono il ritorno in paese di Greta Ramelli, la cooperante rapita in Siria e liberata ieri insieme all’amica Vanessa Marzullo, i cittadini di Gavirate, il piccolo centro affacciato sul lago di Varese dove vive la ragazza atterrata la scorsa notte all’aeroporto di Ciampino. Per ora non sono previsti festeggiamenti pubblici, ma in tanti hanno voluto manifestare la propria vicinanza alla famiglia. Stesso clima di felicità e di attesa tra i volontari del negozio del commercio equo e solidale ‘La bottega del mondo’, con cui collaborava Greta, che dopo il rapimento avevano esposto in vetrina una foto delle due ragazze. “Vorrei ringraziare la Farnesina e tutte le istituzioni che hanno lavorato per la loro liberazione”, scrive su Facebook Roberto Andervill, anche lui residente nel Varesotto, che insieme a Greta e Vanessa aveva fondato il progetto Assistenza sanitaria in Siria – Horryaty. “Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine – conclude – e che ci hanno sostenuto e difeso da attacchi ingiustificati e senza nessun senso. Ora ho il cuore colmo di gioia”.
Abbraccio commosso con i rispettivi genitori – Un lungo e commosso abbraccio quello di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo con i rispettivi genitori, parenti ed amici giunti dalla Lombardia, avvenuto in una saletta dell’aeroporto di Ciampino, lontano da giornalisti, fotografi e telecamere. Le famiglie delle due ragazze – a quanto si è appreso – sono giunte in auto, un po’ in ritardo a causa di una foratura: per Vanessa i genitori e il fratello; per Greta, oltre ai genitori, il fratello e la sua fidanzata, anche due amiche, compagne delle scuole medie, volontarie anche loro. Lacrime di gioia e abbracci per Greta e Vanessa che, nonostante la stanchezza hanno poi scambiato con parenti ed amici qualche frase, prima di concludere le procedure di rito e lasciare l’aeroporto.

Visite mediche, poi sentite in Procura – Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sono state condotte all’ospedale militare del Celio per un controllo medico. In giornata saranno sentite dalla Procura di Roma che ha aperto un inchiesta sul loro rapimento. I genitori delle due volontarie sono già arrivati a Roma per incontrarle ma non sono stati visti all’aeroporto. Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate, in provincia di Bergamo, è una studentessa di Mediazione linguistica. E’ stata lei ad organizzare il progetto Horryaty, che riuniva varie associazioni di volontariato per portare medicine in Siria e tenere corsi di formazione di primo soccorso. Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate (Varese), è una studentessa di scienze infermieristiche e volontaria della Organizzazione internazionale di Soccorso. Ha svolto esperienze di cooperazione in Zambia e a Calcutta. Le due giovani erano state rapite il 31 luglio del 2014 nel nord della Siria, fra Aleppo e Idlib. In seguito, erano state cedute dai rapitori al fronte Al Nusra, il ramo siriano di al Qaida. Il 31 dicembre era stato diffuso un video in cui le due ragazze, vestite con un chador nero, chiedevano aiuto dal governo italiano e dicevano di rischiare di essere uccise. Il governo italiano, come d’uso, nega di avere pagato un riscatto. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ieri ha parlato di un versamento di 12 milioni di dollari (“La liberazione delle due ragazze mi riempie di gioia ma l’eventuale pagamento di un riscatto che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora sarebbe una vergogna per l’Italia”). Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferirà oggi alle 13,30 alla Camera sulla vicenda.

Tratto da www. ansa.it

Fa prostituire la figlia 14enne per pagare i debiti: denunciata

I carabinieri hanno scoperto il giro di clienti: una quindicina di persone, molte over 50

BOLOGNA – Faceva prostituire la figlia 14enne perché era in difficoltà finanziarie: ma dopo i primi appuntamenti fissati alla ragazzina con un imprenditore della zona, che aveva promesso alla donna di estinguere così i suoi debiti, il giro si era allargato ad altri uomini, una quindicina; alcuni giovani ma parecchi over 50. Ora la mamma e i clienti sono stati denunciati dai carabinieri per sfruttamento della prostituzione. È accaduto nel Reggiano. Alle assistenti sociali – riferisce il Resto del Carlino – la ragazzina in un primo momento aveva negato, difendendo la mamma, poi, ascoltata da investigatori e psicologi, ha ammesso quello che le stava accadendo da oltre un anno. In alcuni casi la minorenne aveva dovuto partecipare a incontri con più uomini. La madre ha perso la potestà genitoriale, mentre la ragazza è stata sistemata in un luogo protetto. Le indagini proseguono per verificare se ci sono altri clienti e altre responsabilità
Tratto da www. corriere.it

Charlie Hebdo, Al Qaeda dello Yemen rivendica l’attacco con un video

video al quaeda

«Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito». La Cnn: finanziati con 20.000 dollari. Isis condanna la nuova copertina. Intanto sarebbe stato identificato il quarto uomo Charlie Hebdo, Al Qaeda dello Yemen rivendica l’attacco con un video
«Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito». La Cnn: finanziati con 20.000 dollari. Isis condanna la nuova copertina. Intanto sarebbe stato identificato il quarto uomo
Al Qaeda in Yemen ha nuovamente rivendicato l’attentato della scorsa settimana alla redazione del giornale satirico francese «Charlie Hebdo» (12 morti), con un video messo in rete mercoledì che si aggiunge a quello del 9 gennaio scorso. «Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito come una vendetta per le offese contro il profeta Maometto», ha dichiarato nel video messo su un sito islamista uno dei dirigenti di Al Qaeda nella penisola araba (Aqap), Nasser Bel Ali al-Ansi. Ma non solo. Nella rivendicazione (in cui si definisce La Francia «partito di Satana») ci sono anche minacce di nuove «tragedie e terrore». Non solo: stando alla Cnn, che cita alti funzionari, uno dei due fratelli Kouachi, autori della strage, sarebbe stato fornito di 20mila dollari in contanti per portare a termine l’operazione.
Il video di Al Qaeda
Il video di rivendicazione dell’attacco a Parigi scende nei dettagli dei fatti dei giorni scorsi. Alle spalle del leader del gruppo, che parla per oltre 11 minuti, compaiono le immagini dell’attacco contro «Charlie Hebdo», i volti dei fratelli Kouachi, responsabili dell’assalto, ma anche le immagini della manifestazione di domenica nella capitale francese e dei leader mondiali che vi hanno partecipato. Ripresi in primo piano il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente francese François Hollande, oscurato invece il volto della cancelliera tedesca Angela Merkel. Il comandante militare del gruppo yemenita sottolinea inoltre che l’attacco al Charlie è stato il capo di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri. «Chi ha scelto l’obiettivo – dice – chi ha finanziato l’operazione» è «la leadership di questa organizzazione», cioè al-Qaeda nella penisola arabica.
Al qaeda non rivendica l’attacco al supermercato Kosher
Nel lungo video al-Ansi nega, seppur implicitamente, un coordinamento a priori tra i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly (che ha attaccato un supermercato ebraico e in video diffuso dopo la sua uccisione giurava fedeltà al califfo dello Stato islamico). «La benedetta operazione è stata eseguita dai fratelli Said e Cherif Kouachi. E grazie a Dio era in coincidenza con un’altra operazione del mujahid Amedy Coulibaly», ha precisato al-Ansi. Coulibaly, che ha ucciso una poliziotta e ha attaccato il supermercato Kosher di Parigi, aveva invece parlato di attacchi «sincronizzati» con i fratelli Kouachi.

La minaccia
Esplora il significato del termine: Isis: «Stupido pubblicare nuova vignetta»
Intanto anche Isis interviene sulla questione. Secondo un comunicato dei jihadisti dello Stato islamico è stato un atto «estremamente stupido» pubblicare una nuova vignetta con Maometto sulla copertina del primo numero di «Charlie Hebdo» dopo la strage di mercoledì scorso. L’affermazione è contenuta in un comunicato diffuso dalla radio del gruppo terroristico, Al-Bayan. «Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette che insultano il profeta e questo è stato un atto estremamente stupido», hanno dichiarato gli jihadisti sunniti. Isis: «Stupido pubblicare nuova vignetta»
Intanto anche Isis interviene sulla questione. Secondo un comunicato dei jihadisti dello Stato islamico è stato un atto «estremamente stupido» pubblicare una nuova vignetta con Maometto sulla copertina del primo numero di «Charlie Hebdo» dopo la strage di mercoledì scorso. L’affermazione è contenuta in un comunicato diffuso dalla radio del gruppo terroristico, Al-Bayan. «Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette che insultano il profeta e questo è stato un atto estremamente stupido», hanno dichiarato gli jihadisti sunniti. Nel video di rivendicazione il gruppo yemenita minaccia anche nuovi attacchi. «Fermate gli insulti al nostro profeta. Fermate lo spargimento del nostro sangue. Lasciate le nostre terre. Non saccheggiate più le nostre risorse. Altrimenti non aspettatevi da noi nient’altro che tragedie e terrore – dice il capo militare dell’organizzazione, Nasr Ali bin al-Ansi, rivolgendosi alla «nazione occidentale» – Vi avevamo ammonito in precedenza delle conseguenze delle azioni dei vostri governi collusi con il pretesto della libertà di stampa e di pensiero».
Iran: «La nuova copertina di Charlie è offensiva»
Anche l’Iran ha condannato la copertina del primo numero di «Charlie Hebdo», dopo la strage di mercoledì scorso nella quale è ritratto il profeta Maometto che piange e dice «Tutto è perdonato». «È offensiva e provocatoria», ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri della repubblica islamica, Marzieh Afkham. La copertina con Maometto «urta i sentimenti dei musulmani in tutto il mondo e potrebbe alimentare la fiamma del circolo vizioso dell’estremismo», ha avvertito Afkham.

Trattp da www.  corriere.it

Quirinale, le dimissioni di Napolitano Renzi: «Il successore a fine mese»

napolitano si dimette
Alle 10.35 il capo dello Stato firma la lettera con cui lascia il Colle dopo quasi nove anni
Il 29 gennaio la prima seduta del Parlamento per l’elezione del nuovo presidente Quirinale, le dimissioni di Napolitano
Renzi: «Il successore a fine mese»
Alle 10.35 il capo dello Stato firma la lettera con cui lascia il Colle dopo quasi nove anni
Il 29 gennaio la prima seduta del Parlamento per l’elezione del nuovo presidente
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Fu eletto la prima volta al Colle il 15 maggio 2006, la seconda il 20 aprile 2013, su richiesta di un ampio schieramento parlamentare, in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due mandati nella storia della Repubblica italiana (qui il suo percorso al Colle).Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Fu eletto la prima volta al Colle il 15 maggio 2006, la seconda il 20 aprile 2013, su richiesta di un ampio schieramento parlamentare, in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due mandati nella storia della Repubblica italiana (qui il suo percorso al Colle).
La lettera e la cerimonia
Alle 10.35 Napolitano firma la lettera di dimissioni. Poco dopo, il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, lascia il Colle per consegnare il documento ai presidenti di Camera e Senato e al capo del Governo. Piero Grasso, presidente dell’Aula di Palazzo Madama, è il primo a ricevere la lettera e da quel momento detiene la supplenza del capo dello Stato. Verso mezzogiorno viene ammainata la bandiera con lo stemma della Presidenza della Repubblica. Napolitano nel cortile del Quirinale riceve gli onori dal picchetto delle forze armate e una copia dello stendardo presidenziale. Poi, si mette in marcia con la moglie Clio verso la loro casa nel Rione Monti, e una nuova fase della vita.
Esplora il significato del termine: Omaggi e ringraziamenti
Fin dalla mattina sono molti i personaggi della vita pubblica italiana e i leader stranieri a salutare e rendere un tributo a Napolitano. #GraziePresidente twitta il premier Matteo Renzi subito dopo le dimissioni. E Angelino Alfano, parlando a Radio anch’io: «Abbiamo apprezzato moltissimo il sacrificio fatto due anni fa quando è stato rieletto e so che la sua fatica era sincera. Un grande presidente». «Rispetto e gratitudine» esprimono Gianluca Susta e Andrea Mazziotti, capigruppo di Scelta Civica al Senato e alla Camera. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ricorda dell’ex capo dello Stato «il profondo senso delle istituzioni, unito a ineguagliabili doti di grande equilibrio».
Un pensiero per Napolitano arriva anche dal Papa. Dal suo viaggio nello Sri Lanka Francesco parla di un’«azione illuminata e saggia», che «ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, unità e concordia».Omaggi e ringraziamenti
Fin dalla mattina sono molti i personaggi della vita pubblica italiana e i leader stranieri a salutare e rendere un tributo a Napolitano. #GraziePresidente twitta il premier Matteo Renzi subito dopo le dimissioni. E Angelino Alfano, parlando a Radio anch’io: «Abbiamo apprezzato moltissimo il sacrificio fatto due anni fa quando è stato rieletto e so che la sua fatica era sincera. Un grande presidente». «Rispetto e gratitudine» esprimono Gianluca Susta e Andrea Mazziotti, capigruppo di Scelta Civica al Senato e alla Camera. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ricorda dell’ex capo dello Stato «il profondo senso delle istituzioni, unito a ineguagliabili doti di grande equilibrio».
Un pensiero per Napolitano arriva anche dal Papa. Dal suo viaggio nello Sri Lanka Francesco parla di un’«azione illuminata e saggia», che «ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, unità e concordia».
Le voci critiche
Ma c’è anche un fronte critico. «Uno dei peggiori presidenti della Repubblica, rinunci alla carica di senatore a vita», fanno sapere in una nota congiunta i capigruppo M5S di Camera e Senato, Andrea Cecconi e Alberto Airola. Non è stato «garante» e per questo «non lo rimpiangeremo», aggiungono. Dura anche Daniela Santanché di Forza Italia: «Bye bye Napolitano. L’Italia si libera di un presidente della Repubblica che prima di entrare al Quirinale si è dimenticato di togliersi la giacchetta della sinistra. Colpevole, tra i colpevoli, di non aver fermato la persecuzione politica e giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi». «Intelligente e vispo fino alla fine – interviene Umberto Bossi -. La sua colpa è stata far cadere il governo Berlusconi per mettere Monti a Palazzo Chigi e, soprattutto, far saltare il federalismo fiscale». «Chi dopo Napolitano? #nonunaltrodisinistra» scrive su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvini.
La successione
La presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto sapere che la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica si terrà il 29 gennaio alle 15. «A fine mese dovremo avere il nome del nuovo presidente», prevede Renzi. Il nuovo capo dello Stato viene eletto dal Parlamento in seduta congiunta (integrato da 58 rappresentanti delle Regioni). Un test importante per Renzi, premier e segretario del Partito democratico. Nel 2013 Pier Luigi Bersani non riuscì a far eleggere i sui candidati Franco Marini e Romano Prodi. Dopo poco si sarebbe dimesso da segretario e sarebbe nato il governo delle large intese.
Non si fermano intanto le ipotesi su chi potrebbe diventare il prossimo capo dello Stato (Qui l’analisi di Francesco Verderami). Tra i nomi che circolano c’è il presidente della Bce Mario Draghi, che proprio mercoledì mattina, in un’intervista alla Zeit, ribadisce però di non voler succedere a Napolitano: «È un grande onore naturalmente per me essere preso in considerazione – spiega – ma non è il mio lavoro».

Tratto da www.  corriere.it

Isis, shock in Rete: bambino “boia” giustizia due prigionieri degli jihadisti

bambino giustiziere 2

Ad anticipare il contenuto del filmato è stata Rita Katz, direttrice di Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web
Le vittime sono due kazaki accusati di essere “spie russe”. Prima della loro uccisione i due confessano di essere due “agenti del Fsb”, i servizi russi, reclutati per raccogliere informazioni sui jihadisti e soprattutto sui foreign fighter russi. Il filmato, di ottima qualità, mostra poi l’esecuzione, ad opera del bambino, dei due uomini inginocchiati e con le mani legate dietro la schiena.L’Isis ha pubblicato in Rete un nuovo video nel quale un ragazzino di circa dieci anni, con la pistola in pugno, spara a due prigionieri. Ad anticipare il contenuto del filmato è stata Rita Katz, direttrice di Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web: “L’Isis ha raggiunto un nuovo livello di depravazione morale: usano un bambino per giustiziare i loro prigionieri”, ha scritto.

Tratto da www. tgcom24.mediaset.it

Pino Daniele. La compagna: ‘Mi ordinò di portarlo a Roma’.

Pino Daniele: da oggi le ceneri a Maschio Angioino

L’ennesimo addio della città di Napoli a Pino Daniele inizia oggi in uno dei luoghi simbolo della città, il Maschio Angioino. È qui che per dieci giorni saranno esposte le ceneri dell’artista napoletano. È stato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris tra i primi a rendere omaggio all’artista. Con lui c’è anche il fratello del cantante, Nello Daniele. Accanto alle ceneri, un mazzo di rose rosse, con la coccarda dei colori di Napoli, dietro c’è il gonfalone del Comune. Esposta anche una foto che lo ritrae in penombra in compagnia di una chitarra. Nella Sala dei Baroni, in filodiffusione, le sue canzoni più famose.

“Fu Pino ad ordinarmi di portarlo subito a Roma”: Amanda Bonini, la compagna di Pino Daniele, rompe il silenzio e racconta all’ANSA le ultime ore di vita del cantautore. “Quella sera – spiega – è entrato in macchina con le sue gambe dopo avere parlato anche con il suo cardiologo. Ho fatto quello che mi ha ordinato di fare. Tenevo alla sua vita più che alla mia. Ho messo a repentaglio la mia vita per inseguire l’unica possibilità che avevo di salvarlo”.

Amanda è molto scossa perché, oltre al dramma vissuto, è stata sentita nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma che indaga per omicidio colposo (il procedimento è contro ignoti). Quello che fa male – spiega – sono anche le tante ricostruzioni, e qualche illazione, circolate in questi giorni. Come se non bastasse, rientrando dai funerali, ha trovato la villa in cui viveva con Pino Daniele, nella campagna tra Orbetello e Magliano (Grosseto), svaligiata dai ladri. Da quel nido d’amore ora Amanda sta pensando di scappare. “Avevo una mia casa sul lago di Bolsena (Viterbo) prima di venire qui.-racconta- Pensavo di non tornarci più perché la mia casa è dove è la persona che amo. Pino è nel mio cuore e ci resterà per sempre. Io sono dove è lui. Ma se lui non è più qui, io non starò più qui”.

Mentre Fabiola Sciabbarrasi, seconda moglie di Pino Daniele e mamma dei suoi tre figli più piccoli, spiega che “è ancora presto per il testamento”, Amanda, per scansare ogni dubbio, butta le mani avanti e chiarisce: “Sono una persona semplice, umile. Non ho mai preteso nulla. Io e Pino ci siamo scambiati sempre e soltanto amore. Mai pensato di avere le sue cose. Era una persona di una bontà infinita. Se ha scelto di vivere con me ci sarà un motivo”. Non è legata all’eredità, spiega Fabiola Sciabbarrasi, ma era una precisa volontà testamentaria, quella di farsi tumulare in Toscana, nel cimitero di Magliano (Grosseto), che gli conferirà la cittadinanza onoraria. E così sarà. Dopo la cremazione, avvenuta a Prima Porta a Roma, le ceneri di Pino Daniele saranno esposte a Napoli da lunedì per una decina di giorni nella Sala Baroni del Maschio Angioino. Poi riposerà in pace nel cimitero che ha scelto. Intanto, anche il Napoli calcio ricorderà Pino Daniele, in campo contro la Juve allo stadio San Paolo.

Per quanto riguarda l’autopsia, che ha confermato l’insufficienza cardiaca alla base della morte, Fabiola si limita a dire: “Aspetteremo che tutto faccia il suo corso in attesa dei risultati finali, ma purtroppo nulla potrà riportarlo in vita”. Chiusa nel suo dolore insieme ai tre figli, la donna chiarisce: “La nostra posizione è di staticità e fermezza. Voglio proteggere i bambini e soprattutto evitare mistificazioni e notizie non corrette”.

Fabiola e Amanda, dipinte come due donne in guerra, rappresentano due facce dell’amore per lo stesso uomo. Una, accanto a lui per vent’anni e madre di tre dei suoi cinque figli, l’altra la compagna di vita degli ultimi due anni. Entrambe hanno parole d’amore per Pino Daniele, che è stato e rimane “una persona dall’enorme spessore morale”, per Amanda, e “un uomo che ha dato amore in tutto quello che ha fatto”, per Fabiola. “Mi raccomando, state uniti. E’ il più bel regalo che potete fare a Pino, altrimenti avrà fallito come padre e come uomo”: è padre Renzo Campetella, francescano, a cercare di ricomporre la famiglia intorno alla bara di Pino Daniele, durante l’omelia del primo dei due funerali, a Roma, nel santuario del Divino Amore. Poi il trasferimento del feretro per l’ultimo saluto nella sua Napoli, con 100.000 persone in piazza delPlebiscito.

Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato ‘le famiglie’ dell’artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l’ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si fermò durante la folle corsa dalla Maremma all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

E’ proprio su quelle ultime ore che ora indaga la procura della capitale per omicidio colposo, con la collaborazione della procura di Grosseto che ha fatto verifiche sulla chiamata al 118 e accertato che la corsa in auto verso Roma è durata meno di un’ora. Disposta anche l’autopsia a Napoli. Una cosa molto singolare, visto che richiede la riapertura della bara di Pino Daniele subito dopo i funerali.

“La ‘signora’, che era sola in macchina con lui e guidava, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”: dice all’ANSA, addolorata ma determinata, Fabiola. “Non volevo l’autopsia per evitare un ulteriore oltraggio a Pino”, spiega, ma ben venga se “necessaria per stabilire che cosa è successo”. Amanda, l’altra donna, ha il viso teso, addolorato e stanco. Entra in chiesa un passo dietro a Fabiola, si siede su un altro banco, in prima fila, accanto al figlio più grande di Pino, Alessandro, e a sua moglie. Le due donne non si rivolgono la parola, neanche in sacrestia al termine della messa. Lasciando il santuario, Amanda, le cui rose rosse spiccano in mezzo ai fiori bianchi dei figli sulla bara nel carro funebre, si limita a dire: “E’ stato un grande amore”, una relazione importante, “durata un paio di anni”.

E’ uno strano destino quello che accomuna molti grandi artisti, con una scia di incomprensioni, problemi familiari o guerre di eredità dopo la morte. E’ successo a tanti, da Luciano Pavarotti ad Alberto Sordi, fino al caso limite di Lucio Dalla.

Dopo la polemica sui funerali e la disputa tra Roma e Napoli, Pino viene salutato prima nella città di adozione e poi in quella di origine da amici, parenti, conoscenti e migliaia di fan. Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, parla di “una macchina organizzativa senza precedenti” per l’occasione, paragonata all’imponente addio al principe della risata, Totò. Un fiume di colleghi stretti intorno alla sua anima blues a Roma: in mezzo a bandiere, striscioni e cori, sfilano Renato Zero, Antonello Venditti, Jovanotti con la moglie, Eros Ramazzotti con la figlia Aurora (amica del cuore di Sara, la figlia 18enne di Pino Daniele), Biagio Antonacci con il fratello Graziano, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Francesco Renga, Umberto Tozzi, Mario Biondi, Stefano Di Battista con la moglie Nicky Nicolai, Fabrizio Frizzi e i napoletani Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio, Lina Sastri, Enzo Gragnaniello, Joe Amoruso, Enzo Avitabile, Serena Autieri, Fabio Fulco con la fidanzata Cristina Chiabotto, fino ai giovani Clementino e Rocco Hunt. A Napoli, nei funerali ‘del popolo’, si aggiunge l’omaggio di Liliana De Curtis, figlia di Toto’, Alessandro Siani, Maria Nazionale, Francesco Paolantoni e tanti altri. In ogni angolo l’emozione e la commozione sono autentiche. L’ultimo saluto a Pino, dopo la messa, è il momento più straziante, ma anche il più bello: a Piazza del Plebiscito partono le note di ‘Napule è’ con la sua voce. Scende il silenzio che copre chiacchiericcio, gossip e polemiche, ‘miserie umane’, direbbe qualcuno, che certamente non riecheggiano in quel ‘paradiso, che forse esiste’ che nella notte di Capodanno ha cantato per l’ultima volta e che oggi suona come un presagio. Tratto da www. ansa.it