L’ennesimo addio della città di Napoli a Pino Daniele inizia oggi in uno dei luoghi simbolo della città, il Maschio Angioino. È qui che per dieci giorni saranno esposte le ceneri dell’artista napoletano. È stato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris tra i primi a rendere omaggio all’artista. Con lui c’è anche il fratello del cantante, Nello Daniele. Accanto alle ceneri, un mazzo di rose rosse, con la coccarda dei colori di Napoli, dietro c’è il gonfalone del Comune. Esposta anche una foto che lo ritrae in penombra in compagnia di una chitarra. Nella Sala dei Baroni, in filodiffusione, le sue canzoni più famose.
“Fu Pino ad ordinarmi di portarlo subito a Roma”: Amanda Bonini, la compagna di Pino Daniele, rompe il silenzio e racconta all’ANSA le ultime ore di vita del cantautore. “Quella sera – spiega – è entrato in macchina con le sue gambe dopo avere parlato anche con il suo cardiologo. Ho fatto quello che mi ha ordinato di fare. Tenevo alla sua vita più che alla mia. Ho messo a repentaglio la mia vita per inseguire l’unica possibilità che avevo di salvarlo”.
Amanda è molto scossa perché, oltre al dramma vissuto, è stata sentita nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma che indaga per omicidio colposo (il procedimento è contro ignoti). Quello che fa male – spiega – sono anche le tante ricostruzioni, e qualche illazione, circolate in questi giorni. Come se non bastasse, rientrando dai funerali, ha trovato la villa in cui viveva con Pino Daniele, nella campagna tra Orbetello e Magliano (Grosseto), svaligiata dai ladri. Da quel nido d’amore ora Amanda sta pensando di scappare. “Avevo una mia casa sul lago di Bolsena (Viterbo) prima di venire qui.-racconta- Pensavo di non tornarci più perché la mia casa è dove è la persona che amo. Pino è nel mio cuore e ci resterà per sempre. Io sono dove è lui. Ma se lui non è più qui, io non starò più qui”.
Mentre Fabiola Sciabbarrasi, seconda moglie di Pino Daniele e mamma dei suoi tre figli più piccoli, spiega che “è ancora presto per il testamento”, Amanda, per scansare ogni dubbio, butta le mani avanti e chiarisce: “Sono una persona semplice, umile. Non ho mai preteso nulla. Io e Pino ci siamo scambiati sempre e soltanto amore. Mai pensato di avere le sue cose. Era una persona di una bontà infinita. Se ha scelto di vivere con me ci sarà un motivo”. Non è legata all’eredità, spiega Fabiola Sciabbarrasi, ma era una precisa volontà testamentaria, quella di farsi tumulare in Toscana, nel cimitero di Magliano (Grosseto), che gli conferirà la cittadinanza onoraria. E così sarà. Dopo la cremazione, avvenuta a Prima Porta a Roma, le ceneri di Pino Daniele saranno esposte a Napoli da lunedì per una decina di giorni nella Sala Baroni del Maschio Angioino. Poi riposerà in pace nel cimitero che ha scelto. Intanto, anche il Napoli calcio ricorderà Pino Daniele, in campo contro la Juve allo stadio San Paolo.
Per quanto riguarda l’autopsia, che ha confermato l’insufficienza cardiaca alla base della morte, Fabiola si limita a dire: “Aspetteremo che tutto faccia il suo corso in attesa dei risultati finali, ma purtroppo nulla potrà riportarlo in vita”. Chiusa nel suo dolore insieme ai tre figli, la donna chiarisce: “La nostra posizione è di staticità e fermezza. Voglio proteggere i bambini e soprattutto evitare mistificazioni e notizie non corrette”.
Fabiola e Amanda, dipinte come due donne in guerra, rappresentano due facce dell’amore per lo stesso uomo. Una, accanto a lui per vent’anni e madre di tre dei suoi cinque figli, l’altra la compagna di vita degli ultimi due anni. Entrambe hanno parole d’amore per Pino Daniele, che è stato e rimane “una persona dall’enorme spessore morale”, per Amanda, e “un uomo che ha dato amore in tutto quello che ha fatto”, per Fabiola. “Mi raccomando, state uniti. E’ il più bel regalo che potete fare a Pino, altrimenti avrà fallito come padre e come uomo”: è padre Renzo Campetella, francescano, a cercare di ricomporre la famiglia intorno alla bara di Pino Daniele, durante l’omelia del primo dei due funerali, a Roma, nel santuario del Divino Amore. Poi il trasferimento del feretro per l’ultimo saluto nella sua Napoli, con 100.000 persone in piazza delPlebiscito.
Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato ‘le famiglie’ dell’artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l’ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si fermò durante la folle corsa dalla Maremma all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
E’ proprio su quelle ultime ore che ora indaga la procura della capitale per omicidio colposo, con la collaborazione della procura di Grosseto che ha fatto verifiche sulla chiamata al 118 e accertato che la corsa in auto verso Roma è durata meno di un’ora. Disposta anche l’autopsia a Napoli. Una cosa molto singolare, visto che richiede la riapertura della bara di Pino Daniele subito dopo i funerali.
“La ‘signora’, che era sola in macchina con lui e guidava, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”: dice all’ANSA, addolorata ma determinata, Fabiola. “Non volevo l’autopsia per evitare un ulteriore oltraggio a Pino”, spiega, ma ben venga se “necessaria per stabilire che cosa è successo”. Amanda, l’altra donna, ha il viso teso, addolorato e stanco. Entra in chiesa un passo dietro a Fabiola, si siede su un altro banco, in prima fila, accanto al figlio più grande di Pino, Alessandro, e a sua moglie. Le due donne non si rivolgono la parola, neanche in sacrestia al termine della messa. Lasciando il santuario, Amanda, le cui rose rosse spiccano in mezzo ai fiori bianchi dei figli sulla bara nel carro funebre, si limita a dire: “E’ stato un grande amore”, una relazione importante, “durata un paio di anni”.
E’ uno strano destino quello che accomuna molti grandi artisti, con una scia di incomprensioni, problemi familiari o guerre di eredità dopo la morte. E’ successo a tanti, da Luciano Pavarotti ad Alberto Sordi, fino al caso limite di Lucio Dalla.
Dopo la polemica sui funerali e la disputa tra Roma e Napoli, Pino viene salutato prima nella città di adozione e poi in quella di origine da amici, parenti, conoscenti e migliaia di fan. Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, parla di “una macchina organizzativa senza precedenti” per l’occasione, paragonata all’imponente addio al principe della risata, Totò. Un fiume di colleghi stretti intorno alla sua anima blues a Roma: in mezzo a bandiere, striscioni e cori, sfilano Renato Zero, Antonello Venditti, Jovanotti con la moglie, Eros Ramazzotti con la figlia Aurora (amica del cuore di Sara, la figlia 18enne di Pino Daniele), Biagio Antonacci con il fratello Graziano, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Francesco Renga, Umberto Tozzi, Mario Biondi, Stefano Di Battista con la moglie Nicky Nicolai, Fabrizio Frizzi e i napoletani Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio, Lina Sastri, Enzo Gragnaniello, Joe Amoruso, Enzo Avitabile, Serena Autieri, Fabio Fulco con la fidanzata Cristina Chiabotto, fino ai giovani Clementino e Rocco Hunt. A Napoli, nei funerali ‘del popolo’, si aggiunge l’omaggio di Liliana De Curtis, figlia di Toto’, Alessandro Siani, Maria Nazionale, Francesco Paolantoni e tanti altri. In ogni angolo l’emozione e la commozione sono autentiche. L’ultimo saluto a Pino, dopo la messa, è il momento più straziante, ma anche il più bello: a Piazza del Plebiscito partono le note di ‘Napule è’ con la sua voce. Scende il silenzio che copre chiacchiericcio, gossip e polemiche, ‘miserie umane’, direbbe qualcuno, che certamente non riecheggiano in quel ‘paradiso, che forse esiste’ che nella notte di Capodanno ha cantato per l’ultima volta e che oggi suona come un presagio. Tratto da www. ansa.it