Fa prostituire la figlia 14enne per pagare i debiti: denunciata

I carabinieri hanno scoperto il giro di clienti: una quindicina di persone, molte over 50

BOLOGNA – Faceva prostituire la figlia 14enne perché era in difficoltà finanziarie: ma dopo i primi appuntamenti fissati alla ragazzina con un imprenditore della zona, che aveva promesso alla donna di estinguere così i suoi debiti, il giro si era allargato ad altri uomini, una quindicina; alcuni giovani ma parecchi over 50. Ora la mamma e i clienti sono stati denunciati dai carabinieri per sfruttamento della prostituzione. È accaduto nel Reggiano. Alle assistenti sociali – riferisce il Resto del Carlino – la ragazzina in un primo momento aveva negato, difendendo la mamma, poi, ascoltata da investigatori e psicologi, ha ammesso quello che le stava accadendo da oltre un anno. In alcuni casi la minorenne aveva dovuto partecipare a incontri con più uomini. La madre ha perso la potestà genitoriale, mentre la ragazza è stata sistemata in un luogo protetto. Le indagini proseguono per verificare se ci sono altri clienti e altre responsabilità
Tratto da www. corriere.it

Charlie Hebdo, Al Qaeda dello Yemen rivendica l’attacco con un video

video al quaeda

«Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito». La Cnn: finanziati con 20.000 dollari. Isis condanna la nuova copertina. Intanto sarebbe stato identificato il quarto uomo Charlie Hebdo, Al Qaeda dello Yemen rivendica l’attacco con un video
«Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito». La Cnn: finanziati con 20.000 dollari. Isis condanna la nuova copertina. Intanto sarebbe stato identificato il quarto uomo
Al Qaeda in Yemen ha nuovamente rivendicato l’attentato della scorsa settimana alla redazione del giornale satirico francese «Charlie Hebdo» (12 morti), con un video messo in rete mercoledì che si aggiunge a quello del 9 gennaio scorso. «Degli eroi sono stati reclutati e hanno agito come una vendetta per le offese contro il profeta Maometto», ha dichiarato nel video messo su un sito islamista uno dei dirigenti di Al Qaeda nella penisola araba (Aqap), Nasser Bel Ali al-Ansi. Ma non solo. Nella rivendicazione (in cui si definisce La Francia «partito di Satana») ci sono anche minacce di nuove «tragedie e terrore». Non solo: stando alla Cnn, che cita alti funzionari, uno dei due fratelli Kouachi, autori della strage, sarebbe stato fornito di 20mila dollari in contanti per portare a termine l’operazione.
Il video di Al Qaeda
Il video di rivendicazione dell’attacco a Parigi scende nei dettagli dei fatti dei giorni scorsi. Alle spalle del leader del gruppo, che parla per oltre 11 minuti, compaiono le immagini dell’attacco contro «Charlie Hebdo», i volti dei fratelli Kouachi, responsabili dell’assalto, ma anche le immagini della manifestazione di domenica nella capitale francese e dei leader mondiali che vi hanno partecipato. Ripresi in primo piano il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente francese François Hollande, oscurato invece il volto della cancelliera tedesca Angela Merkel. Il comandante militare del gruppo yemenita sottolinea inoltre che l’attacco al Charlie è stato il capo di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri. «Chi ha scelto l’obiettivo – dice – chi ha finanziato l’operazione» è «la leadership di questa organizzazione», cioè al-Qaeda nella penisola arabica.
Al qaeda non rivendica l’attacco al supermercato Kosher
Nel lungo video al-Ansi nega, seppur implicitamente, un coordinamento a priori tra i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly (che ha attaccato un supermercato ebraico e in video diffuso dopo la sua uccisione giurava fedeltà al califfo dello Stato islamico). «La benedetta operazione è stata eseguita dai fratelli Said e Cherif Kouachi. E grazie a Dio era in coincidenza con un’altra operazione del mujahid Amedy Coulibaly», ha precisato al-Ansi. Coulibaly, che ha ucciso una poliziotta e ha attaccato il supermercato Kosher di Parigi, aveva invece parlato di attacchi «sincronizzati» con i fratelli Kouachi.

La minaccia
Esplora il significato del termine: Isis: «Stupido pubblicare nuova vignetta»
Intanto anche Isis interviene sulla questione. Secondo un comunicato dei jihadisti dello Stato islamico è stato un atto «estremamente stupido» pubblicare una nuova vignetta con Maometto sulla copertina del primo numero di «Charlie Hebdo» dopo la strage di mercoledì scorso. L’affermazione è contenuta in un comunicato diffuso dalla radio del gruppo terroristico, Al-Bayan. «Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette che insultano il profeta e questo è stato un atto estremamente stupido», hanno dichiarato gli jihadisti sunniti. Isis: «Stupido pubblicare nuova vignetta»
Intanto anche Isis interviene sulla questione. Secondo un comunicato dei jihadisti dello Stato islamico è stato un atto «estremamente stupido» pubblicare una nuova vignetta con Maometto sulla copertina del primo numero di «Charlie Hebdo» dopo la strage di mercoledì scorso. L’affermazione è contenuta in un comunicato diffuso dalla radio del gruppo terroristico, Al-Bayan. «Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette che insultano il profeta e questo è stato un atto estremamente stupido», hanno dichiarato gli jihadisti sunniti. Nel video di rivendicazione il gruppo yemenita minaccia anche nuovi attacchi. «Fermate gli insulti al nostro profeta. Fermate lo spargimento del nostro sangue. Lasciate le nostre terre. Non saccheggiate più le nostre risorse. Altrimenti non aspettatevi da noi nient’altro che tragedie e terrore – dice il capo militare dell’organizzazione, Nasr Ali bin al-Ansi, rivolgendosi alla «nazione occidentale» – Vi avevamo ammonito in precedenza delle conseguenze delle azioni dei vostri governi collusi con il pretesto della libertà di stampa e di pensiero».
Iran: «La nuova copertina di Charlie è offensiva»
Anche l’Iran ha condannato la copertina del primo numero di «Charlie Hebdo», dopo la strage di mercoledì scorso nella quale è ritratto il profeta Maometto che piange e dice «Tutto è perdonato». «È offensiva e provocatoria», ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri della repubblica islamica, Marzieh Afkham. La copertina con Maometto «urta i sentimenti dei musulmani in tutto il mondo e potrebbe alimentare la fiamma del circolo vizioso dell’estremismo», ha avvertito Afkham.

Trattp da www.  corriere.it

Quirinale, le dimissioni di Napolitano Renzi: «Il successore a fine mese»

napolitano si dimette
Alle 10.35 il capo dello Stato firma la lettera con cui lascia il Colle dopo quasi nove anni
Il 29 gennaio la prima seduta del Parlamento per l’elezione del nuovo presidente Quirinale, le dimissioni di Napolitano
Renzi: «Il successore a fine mese»
Alle 10.35 il capo dello Stato firma la lettera con cui lascia il Colle dopo quasi nove anni
Il 29 gennaio la prima seduta del Parlamento per l’elezione del nuovo presidente
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Fu eletto la prima volta al Colle il 15 maggio 2006, la seconda il 20 aprile 2013, su richiesta di un ampio schieramento parlamentare, in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due mandati nella storia della Repubblica italiana (qui il suo percorso al Colle).Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni. Fu eletto la prima volta al Colle il 15 maggio 2006, la seconda il 20 aprile 2013, su richiesta di un ampio schieramento parlamentare, in difficoltà nella scelta del successore. Napolitano, che compirà novant’anni a giugno, è stato il primo presidente eletto per due mandati nella storia della Repubblica italiana (qui il suo percorso al Colle).
La lettera e la cerimonia
Alle 10.35 Napolitano firma la lettera di dimissioni. Poco dopo, il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, lascia il Colle per consegnare il documento ai presidenti di Camera e Senato e al capo del Governo. Piero Grasso, presidente dell’Aula di Palazzo Madama, è il primo a ricevere la lettera e da quel momento detiene la supplenza del capo dello Stato. Verso mezzogiorno viene ammainata la bandiera con lo stemma della Presidenza della Repubblica. Napolitano nel cortile del Quirinale riceve gli onori dal picchetto delle forze armate e una copia dello stendardo presidenziale. Poi, si mette in marcia con la moglie Clio verso la loro casa nel Rione Monti, e una nuova fase della vita.
Esplora il significato del termine: Omaggi e ringraziamenti
Fin dalla mattina sono molti i personaggi della vita pubblica italiana e i leader stranieri a salutare e rendere un tributo a Napolitano. #GraziePresidente twitta il premier Matteo Renzi subito dopo le dimissioni. E Angelino Alfano, parlando a Radio anch’io: «Abbiamo apprezzato moltissimo il sacrificio fatto due anni fa quando è stato rieletto e so che la sua fatica era sincera. Un grande presidente». «Rispetto e gratitudine» esprimono Gianluca Susta e Andrea Mazziotti, capigruppo di Scelta Civica al Senato e alla Camera. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ricorda dell’ex capo dello Stato «il profondo senso delle istituzioni, unito a ineguagliabili doti di grande equilibrio».
Un pensiero per Napolitano arriva anche dal Papa. Dal suo viaggio nello Sri Lanka Francesco parla di un’«azione illuminata e saggia», che «ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, unità e concordia».Omaggi e ringraziamenti
Fin dalla mattina sono molti i personaggi della vita pubblica italiana e i leader stranieri a salutare e rendere un tributo a Napolitano. #GraziePresidente twitta il premier Matteo Renzi subito dopo le dimissioni. E Angelino Alfano, parlando a Radio anch’io: «Abbiamo apprezzato moltissimo il sacrificio fatto due anni fa quando è stato rieletto e so che la sua fatica era sincera. Un grande presidente». «Rispetto e gratitudine» esprimono Gianluca Susta e Andrea Mazziotti, capigruppo di Scelta Civica al Senato e alla Camera. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ricorda dell’ex capo dello Stato «il profondo senso delle istituzioni, unito a ineguagliabili doti di grande equilibrio».
Un pensiero per Napolitano arriva anche dal Papa. Dal suo viaggio nello Sri Lanka Francesco parla di un’«azione illuminata e saggia», che «ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, unità e concordia».
Le voci critiche
Ma c’è anche un fronte critico. «Uno dei peggiori presidenti della Repubblica, rinunci alla carica di senatore a vita», fanno sapere in una nota congiunta i capigruppo M5S di Camera e Senato, Andrea Cecconi e Alberto Airola. Non è stato «garante» e per questo «non lo rimpiangeremo», aggiungono. Dura anche Daniela Santanché di Forza Italia: «Bye bye Napolitano. L’Italia si libera di un presidente della Repubblica che prima di entrare al Quirinale si è dimenticato di togliersi la giacchetta della sinistra. Colpevole, tra i colpevoli, di non aver fermato la persecuzione politica e giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi». «Intelligente e vispo fino alla fine – interviene Umberto Bossi -. La sua colpa è stata far cadere il governo Berlusconi per mettere Monti a Palazzo Chigi e, soprattutto, far saltare il federalismo fiscale». «Chi dopo Napolitano? #nonunaltrodisinistra» scrive su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvini.
La successione
La presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto sapere che la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica si terrà il 29 gennaio alle 15. «A fine mese dovremo avere il nome del nuovo presidente», prevede Renzi. Il nuovo capo dello Stato viene eletto dal Parlamento in seduta congiunta (integrato da 58 rappresentanti delle Regioni). Un test importante per Renzi, premier e segretario del Partito democratico. Nel 2013 Pier Luigi Bersani non riuscì a far eleggere i sui candidati Franco Marini e Romano Prodi. Dopo poco si sarebbe dimesso da segretario e sarebbe nato il governo delle large intese.
Non si fermano intanto le ipotesi su chi potrebbe diventare il prossimo capo dello Stato (Qui l’analisi di Francesco Verderami). Tra i nomi che circolano c’è il presidente della Bce Mario Draghi, che proprio mercoledì mattina, in un’intervista alla Zeit, ribadisce però di non voler succedere a Napolitano: «È un grande onore naturalmente per me essere preso in considerazione – spiega – ma non è il mio lavoro».

Tratto da www.  corriere.it

Isis, shock in Rete: bambino “boia” giustizia due prigionieri degli jihadisti

bambino giustiziere 2

Ad anticipare il contenuto del filmato è stata Rita Katz, direttrice di Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web
Le vittime sono due kazaki accusati di essere “spie russe”. Prima della loro uccisione i due confessano di essere due “agenti del Fsb”, i servizi russi, reclutati per raccogliere informazioni sui jihadisti e soprattutto sui foreign fighter russi. Il filmato, di ottima qualità, mostra poi l’esecuzione, ad opera del bambino, dei due uomini inginocchiati e con le mani legate dietro la schiena.L’Isis ha pubblicato in Rete un nuovo video nel quale un ragazzino di circa dieci anni, con la pistola in pugno, spara a due prigionieri. Ad anticipare il contenuto del filmato è stata Rita Katz, direttrice di Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web: “L’Isis ha raggiunto un nuovo livello di depravazione morale: usano un bambino per giustiziare i loro prigionieri”, ha scritto.

Tratto da www. tgcom24.mediaset.it

Pino Daniele. La compagna: ‘Mi ordinò di portarlo a Roma’.

Pino Daniele: da oggi le ceneri a Maschio Angioino

L’ennesimo addio della città di Napoli a Pino Daniele inizia oggi in uno dei luoghi simbolo della città, il Maschio Angioino. È qui che per dieci giorni saranno esposte le ceneri dell’artista napoletano. È stato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris tra i primi a rendere omaggio all’artista. Con lui c’è anche il fratello del cantante, Nello Daniele. Accanto alle ceneri, un mazzo di rose rosse, con la coccarda dei colori di Napoli, dietro c’è il gonfalone del Comune. Esposta anche una foto che lo ritrae in penombra in compagnia di una chitarra. Nella Sala dei Baroni, in filodiffusione, le sue canzoni più famose.

“Fu Pino ad ordinarmi di portarlo subito a Roma”: Amanda Bonini, la compagna di Pino Daniele, rompe il silenzio e racconta all’ANSA le ultime ore di vita del cantautore. “Quella sera – spiega – è entrato in macchina con le sue gambe dopo avere parlato anche con il suo cardiologo. Ho fatto quello che mi ha ordinato di fare. Tenevo alla sua vita più che alla mia. Ho messo a repentaglio la mia vita per inseguire l’unica possibilità che avevo di salvarlo”.

Amanda è molto scossa perché, oltre al dramma vissuto, è stata sentita nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma che indaga per omicidio colposo (il procedimento è contro ignoti). Quello che fa male – spiega – sono anche le tante ricostruzioni, e qualche illazione, circolate in questi giorni. Come se non bastasse, rientrando dai funerali, ha trovato la villa in cui viveva con Pino Daniele, nella campagna tra Orbetello e Magliano (Grosseto), svaligiata dai ladri. Da quel nido d’amore ora Amanda sta pensando di scappare. “Avevo una mia casa sul lago di Bolsena (Viterbo) prima di venire qui.-racconta- Pensavo di non tornarci più perché la mia casa è dove è la persona che amo. Pino è nel mio cuore e ci resterà per sempre. Io sono dove è lui. Ma se lui non è più qui, io non starò più qui”.

Mentre Fabiola Sciabbarrasi, seconda moglie di Pino Daniele e mamma dei suoi tre figli più piccoli, spiega che “è ancora presto per il testamento”, Amanda, per scansare ogni dubbio, butta le mani avanti e chiarisce: “Sono una persona semplice, umile. Non ho mai preteso nulla. Io e Pino ci siamo scambiati sempre e soltanto amore. Mai pensato di avere le sue cose. Era una persona di una bontà infinita. Se ha scelto di vivere con me ci sarà un motivo”. Non è legata all’eredità, spiega Fabiola Sciabbarrasi, ma era una precisa volontà testamentaria, quella di farsi tumulare in Toscana, nel cimitero di Magliano (Grosseto), che gli conferirà la cittadinanza onoraria. E così sarà. Dopo la cremazione, avvenuta a Prima Porta a Roma, le ceneri di Pino Daniele saranno esposte a Napoli da lunedì per una decina di giorni nella Sala Baroni del Maschio Angioino. Poi riposerà in pace nel cimitero che ha scelto. Intanto, anche il Napoli calcio ricorderà Pino Daniele, in campo contro la Juve allo stadio San Paolo.

Per quanto riguarda l’autopsia, che ha confermato l’insufficienza cardiaca alla base della morte, Fabiola si limita a dire: “Aspetteremo che tutto faccia il suo corso in attesa dei risultati finali, ma purtroppo nulla potrà riportarlo in vita”. Chiusa nel suo dolore insieme ai tre figli, la donna chiarisce: “La nostra posizione è di staticità e fermezza. Voglio proteggere i bambini e soprattutto evitare mistificazioni e notizie non corrette”.

Fabiola e Amanda, dipinte come due donne in guerra, rappresentano due facce dell’amore per lo stesso uomo. Una, accanto a lui per vent’anni e madre di tre dei suoi cinque figli, l’altra la compagna di vita degli ultimi due anni. Entrambe hanno parole d’amore per Pino Daniele, che è stato e rimane “una persona dall’enorme spessore morale”, per Amanda, e “un uomo che ha dato amore in tutto quello che ha fatto”, per Fabiola. “Mi raccomando, state uniti. E’ il più bel regalo che potete fare a Pino, altrimenti avrà fallito come padre e come uomo”: è padre Renzo Campetella, francescano, a cercare di ricomporre la famiglia intorno alla bara di Pino Daniele, durante l’omelia del primo dei due funerali, a Roma, nel santuario del Divino Amore. Poi il trasferimento del feretro per l’ultimo saluto nella sua Napoli, con 100.000 persone in piazza delPlebiscito.

Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato ‘le famiglie’ dell’artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l’ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si fermò durante la folle corsa dalla Maremma all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

E’ proprio su quelle ultime ore che ora indaga la procura della capitale per omicidio colposo, con la collaborazione della procura di Grosseto che ha fatto verifiche sulla chiamata al 118 e accertato che la corsa in auto verso Roma è durata meno di un’ora. Disposta anche l’autopsia a Napoli. Una cosa molto singolare, visto che richiede la riapertura della bara di Pino Daniele subito dopo i funerali.

“La ‘signora’, che era sola in macchina con lui e guidava, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”: dice all’ANSA, addolorata ma determinata, Fabiola. “Non volevo l’autopsia per evitare un ulteriore oltraggio a Pino”, spiega, ma ben venga se “necessaria per stabilire che cosa è successo”. Amanda, l’altra donna, ha il viso teso, addolorato e stanco. Entra in chiesa un passo dietro a Fabiola, si siede su un altro banco, in prima fila, accanto al figlio più grande di Pino, Alessandro, e a sua moglie. Le due donne non si rivolgono la parola, neanche in sacrestia al termine della messa. Lasciando il santuario, Amanda, le cui rose rosse spiccano in mezzo ai fiori bianchi dei figli sulla bara nel carro funebre, si limita a dire: “E’ stato un grande amore”, una relazione importante, “durata un paio di anni”.

E’ uno strano destino quello che accomuna molti grandi artisti, con una scia di incomprensioni, problemi familiari o guerre di eredità dopo la morte. E’ successo a tanti, da Luciano Pavarotti ad Alberto Sordi, fino al caso limite di Lucio Dalla.

Dopo la polemica sui funerali e la disputa tra Roma e Napoli, Pino viene salutato prima nella città di adozione e poi in quella di origine da amici, parenti, conoscenti e migliaia di fan. Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, parla di “una macchina organizzativa senza precedenti” per l’occasione, paragonata all’imponente addio al principe della risata, Totò. Un fiume di colleghi stretti intorno alla sua anima blues a Roma: in mezzo a bandiere, striscioni e cori, sfilano Renato Zero, Antonello Venditti, Jovanotti con la moglie, Eros Ramazzotti con la figlia Aurora (amica del cuore di Sara, la figlia 18enne di Pino Daniele), Biagio Antonacci con il fratello Graziano, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Francesco Renga, Umberto Tozzi, Mario Biondi, Stefano Di Battista con la moglie Nicky Nicolai, Fabrizio Frizzi e i napoletani Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio, Lina Sastri, Enzo Gragnaniello, Joe Amoruso, Enzo Avitabile, Serena Autieri, Fabio Fulco con la fidanzata Cristina Chiabotto, fino ai giovani Clementino e Rocco Hunt. A Napoli, nei funerali ‘del popolo’, si aggiunge l’omaggio di Liliana De Curtis, figlia di Toto’, Alessandro Siani, Maria Nazionale, Francesco Paolantoni e tanti altri. In ogni angolo l’emozione e la commozione sono autentiche. L’ultimo saluto a Pino, dopo la messa, è il momento più straziante, ma anche il più bello: a Piazza del Plebiscito partono le note di ‘Napule è’ con la sua voce. Scende il silenzio che copre chiacchiericcio, gossip e polemiche, ‘miserie umane’, direbbe qualcuno, che certamente non riecheggiano in quel ‘paradiso, che forse esiste’ che nella notte di Capodanno ha cantato per l’ultima volta e che oggi suona come un presagio. Tratto da www. ansa.it

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