Il boia dell’Isis è un 27enne di Londra L’antiterrorismo lo arrestò nel 2010

Boia isis

Secondo Scotland Yard il vero nome di Jihadi John è Mohamed Emwazi, già noto alle forze dell’ordine inglesi e sottoposto a divieto di espatrio

14:16 – E’ stato identificato “Jihadi John”, il boia dell’Isis comparso in diversi video di esecuzioni di ostaggi. Si tratterebbe di Mohamed Emwazi, 27enne londinese cresciuto in una famiglia agiata e con una laurea in Informatica. Lo ha rivelato la Bbc citando fonti di Scotland Yard. Emwazi era apparso per la prima volta nel video dell’esecuzione del giornalista americano James Foley. Si pensa sia arrivato in Siria per unirsi all’Isis nel 2012.
Il ragazzo, nato in Kuwait, si sarebbe avvicinato all’estremismo islamico dopo un viaggio in Tanzania organizzato a maggio del 2009. L’escursione, in realtà, durò poche ore: il 27enne, con due suoi amici – un tedesco convertito all’Islam che si chiama Omar e un certo Abu Talib – furono arrestati all’aeroporto di Dar es Salaam ed espulsi il giorno dopo. Le fonti non rivelano però le ragioni dell’arresto.

L’arresto del 2010 e il divieto di espatrio – Nel 2010, al rientro da un viaggio in Kuwait, Emwazi era stato arrestato dall’antiterrorismo britannico. La polizia gli prese le impronte digitali e lo perquisì, inserendo poi il suo nome nella lista dei terroristi sotto controllo. Inoltre gli vietò la possibilità di espatrio e, quindi, di un ritorno in Kuwait.

I vicini: “Una famiglia tranquilla” – Nel quartiere dove ha vissuto il giovane, tutti si dicono sorpresi. “Era una famiglia tranquilla, persone carine”, raccontano gli abitanti della zona ai giornalisti. La famiglia viveva in un tradizionale edificio di mattoni rossi dove oggi non sembra esserci nessuno.

Tratto da www. tgcom24.mediaset.it

Libia, Renzi: «Non è il momento di un intervento militare»

renzi
Il premier auspica: «Saggezza, prudenza e nessuna reazione isterica»
E chiede di aspettare l’Onu: «Le Nazioni unite sono più forti dei miliziani dell’Isis»Libia, Renzi: «Non è il momento
di un intervento militare»
Il premier auspica: «Saggezza, prudenza e nessuna reazione isterica»
E chiede di aspettare l’Onu: «Le Nazioni unite sono più forti dei miliziani dell’Isis»
«La situazione è difficile ma non è tempo per una soluzione militare». Così il premier Matteo Renzi è intervenuto, in un’intervista al Tg5, sulla linea del governo dopo gli ultimi sviluppi in Libia. «Il Paese è fuori controllo» ha detto il presidente del Consiglio che ha raccomandato «saggezza, prudenza e senso della situazione: non si passi dall’indifferenza totale all’isteria, alla preoccupazione irragionevole». «Da tre anni in Libia la situazione è fuori controllo – ha continuato – lo abbiamo detto in tutte le sedi e continueremo a farlo. Ma la comunità internazionale, se vuole, ha tutti gli strumenti per poter intervenire. La proposta è di aspettare il Consiglio di sicurezza Onu. La forza delle Nazioni unite è decisamente superiore alle milizie radicali». «In Libia – ha concluso Renzi – non c’è un’invasione dello Stato islamico, ma alcune milizie che combattevano lì hanno iniziato a fare riferimento a loro».
Il colloquio con al-Sisi
Il premier Matteo Renzi ha avuto stamane un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Al centro la lotta contro il terrorismo, con particolare riguardo agli ultimi sviluppi della crisi libica e ai passi politici e diplomatici, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «per riportare sicurezza e pace nel Paese».
L’attacco di Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini attacca il governo: «L’esecutivo Renzi è pericoloso, parla di guerra a vanvera e ha il ministro Alfano che dice che le mie parole sono incommentabili e stamani in un’intervista ammette che c’è la possibilità che tra i clandestini si nascondano terroristi». «Ho solo detto – ha continuato il leader leghista – di soccorrere e aiutare i clandestini in mare ma di non farli sbarcare». E infine un nuovo affondo contro il governo: «Parla di guerra e poi facciamo i traghettatori per conto dell’Isis?».
Meloni: «Ora stop all’accoglienza»
Sulla stessa linea la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che chiede di interrompere l’accoglienza ai profughi «finché l’Isis non sarà cacciato dalle coste libiche. L’Isis gestisce il traffico – ha detto Meloni – quindi stop totale all’accoglienza dei profughi finché l’Isis non sarà cacciato dal Nord Africa. Perché va bene tutto, ma i flussi migratori li vogliamo scegliere noi e non farceli imporre dagli integralisti».
Grillo: «In guerra ci vada Renzi»
«Se Renzie vuole la guerra ci vada lui con Napolitano. Vedendoli, l’Isis si farà una gran risata e ci risparmierà. No alla guerra in Libia». Lo ha scritto su Twitter il leader del M5S Beppe Grillo :«Non spetta al Governo decidere se entrare in guerra ma ancora al Presidente. Aspettiamo un monito dal Presidente, anche piccolo piccolo, al bulletto di Rignano. No alla guerra».
Nel Partito democratico
Nel Pd prime voci critiche all’eventualità di un intervento militare in Libia. L’esponente della minoranza Pippo Civati ha detto: «Si parla di combattere, a me questo linguaggio non piace e non penso che si debbano mettere le cose in questi termini. Consiglio a tutti prudenza, pensando che proprio la Libia pochi anni fa è stata oggetto di un’operazione militare non risolutiva».
Il dibattito in Parlamento
La discussione sulla situazione in Libia dovrebbe tenersi giovedì. «Troppo tardi, è inaccettabile» ha detto il capo dei deputati leghisti Massimiliano Fedriga. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta ha scritto alla presidente della Camera per chiedere che sia messo immediatamente in calendario un intervento del governo: «Gli ultimi giorni hanno rappresentato il momento di crisi peggiore da quando i fondamentalisti dell’Isis hanno preso di mira l’Europa». Sel intanto ha definito la sua posizione: «È necessario – ha dichiarato il capogruppo Arturo Scotto – un negoziato, coinvolgendo tutti gli attori della regione. Successivamente, si può procedere alla creazione di una missione di peace keeping sotto la direzione delle Nazioni Unite. Questa è la posizione che proporremo giovedì prossimo».
tratto da www. corriere.it

Grande imam di Al Azhar attacca l’Isis “I terroristi andrebbero crocifissi”

AL AZHAR

Forte presa di posizione di una delle massime autorità religiose musulmane: Ahmed Al Tayeb tuona contro gli uomini dello Stato islamico definendolo “satanico” e contro la loro “azione ignobile
Netta presa di posizione contro gli jihadisti dell’Isis di Ahmed Al Tayeb, grande imam della moschea egiziana di Al Azhar a Il Cairo, massima istituzione sunnita. Il responsabile di uno dei principali centri d’insegnamento religioso dell’Islam ha sostenuto infatti che i terroristi dello Stato Islamico andrebbero “crocifissi” e bisognerebbe tagliare loro mani e piedi.
L’indignazione dell’imam – L’imam, che è una tra le più importanti autorità religiose musulmane, ha lanciato il suo proclama attraverso un comunicato dell’università di Al Azhar in cui, riferendosi al pilota giordano arso vivo, ha “espresso il sua profonda indignazione per questa azione terrorista ignobile che esige la sanzione indicata dal Corano per questi tiranni che corrompono e che fanno la guerra ad Allah e al suo messaggero. Devono essere uccisi, crocifissi e bisogna tagliare loro le mani e i piedi”, ha aggiunto riferendosi alla punizione coranica del taglio incrociato della mano destra e del piede sinistro.

L’imam ha inoltre definito l’Isis una “organizzazione terrorista satanica”, affermando che l’uccisione del pilota giordano “è un’azione maligna” respinta da tutte le religioni. Al Tayeb ha quindi fatto appello “alla comunità internazionale perché lotti contro questa organizzazione terroristica che perpetra azioni selvagge e barbare che non soddisfano né Allah” né Maometto. L’imam ha infine espresso le sue condoglianze al re Abdallah di Giordania e al popolo giordano per il martirio del pilota.

Minacce al Belgio – La redazione del quotidiano belga di lingua fiamminga Het Laatste Nieuws ha intanto ricevuto una lettera anonima di minacce, secondo cui il Belgio è un obiettivo dell’Isis, che colpirà con “autobomba ed esplosivo”. Il documento, battuto a macchina, è stato recapitato per posta e si rivolge ai belgi, al re Filippo e al sindaco di Anversa Bart De Wever. La lettera, scritta in francese, secondo gli specialisti testimonia “una logica certamente riconducibile a quella dello Stato islamico”. La missiva rinvia inoltre a un filmato diffuso dall’Isis su Internet la settimana scorsa, secondo cui Belgio, Francia e Stati Uniti sono sotto minaccia.

“Quello che è accaduto in Francia si ripeterà in Belgio”, promette l’autore della lettera, che fa anche riferimento al processo contro membri dell’organizzazione radicale Sharia4Belgium. Il documento è stato sequestrato dalla polizia.

Il premier iracheno al re giordano: “Avanti con i raid” – Dopo la tragica fine del pilota, il primo ministro iracheno Haidar al Abadi ha dichiarato che occorre lanciare ancor più “duri raid contro il gruppo terrorista”. Baghdad ha espresso alla Giordania la sua più completa solidarietà sottolineando che “i due Paesi combattono il terrorismo dalla stessa trincea”.

Proprio dall’Iraq veniva Sajida al Rishawi, la terrorista condannata a morte in Giordania e giustiziata con un altro detenuto, Ziad al Karbuli, in risposta alla barbara uccisione di Kassasbeh. Secondo le autorità irachene, un fratello della Rishawi, ucciso a Falluja nel 2004, era uno stretto collaboratore di Abu Musab al Zarqawi, l’allora capo di Al Qaeda in Iraq.

Tratto da www. tgcom24.mediaset.it

Tripoli, terroristi dell’Isis assaltano hotel: otto i morti di cui cinque stranieri

 

assalto hotel tripoli

Quando il commando, probabilmente composto da 4 persone, si è reso conto di non avere più scampo, si è fatto esplodere
Uomini armati hanno ucciso 3 guardie di sicurezza libiche e 5 stranieri all’hotel Corinthia di Tripoli. Un tweet diffuso da un gruppo affiliato all’Isis comunica che l’obiettivo erano “diplomatici esteri”. I terroristi avrebbero in un primo momento sequestrato alcuni ostaggi, poi liberati. Tutti gli italiani ospiti dell’albergo sarebbero illesi. I terroristi, probabilmente 4, dopo essersi resi conto di non avere più scampo, si sono fatti esplodere.
Il premier del governo parallelo libico obiettivo dell’attacco- L’Hotel Corinthia ospita il premier del governo parallelo libico autoproclamatosi a Tripoli, Omar Al Hassi. E secondo fonti maltesi, sarebbe stato proprio il premier l’obiettivo del commando che, dopo aver fatto esplodere un’autobomba nel parcheggio, è entrato sparando nella lobby dell’albergo. Hassi però è riuscito a sfuggire all’agguato, scappando dal retro dell’hotel.

Mogherini: riprovevole atto terrorismo – “L’attacco all’hotel Corinthia è un altro atto riprovevole di terrorismo che porta un duro colpo agli sforzi per portare pace e stabilità in Libia”. Questo il commento a caldo dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini. “L’Ue esprime solidarietà alle vittime e alle loro famiglie – prosegue – e sostiene fermamente gli sforzi dell’Onu per portare una soluzione politica basata sul rispetto e sul dialogo. Non si deve permettere a tali attacchi di minare il processo politico”.

Gentiloni:”Tentativo di boicottare negoziati” – “L’attentato all’hotel di Tripoli è un tentativo di boicottare, danneggiare e influenzare negativamente gli sforzi in corso a Ginevra per riconciliare le parti in conflitto in Libia”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Rabat: si tratta di “un ulteriore sintomo della pericolosità della situazione nella regione”.

La Farnesina e i servizi di intelligence “stanno monitorando in queste ore le condizioni di sicurezza a Tripoli”, ha quindi spiegato Gentiloni, a proposito dell’ambasciata italiana nella capitale libica. “Teniamo costantemente la situazione sotto controllo”, ha aggiunto.

Tratto da www. tgcom24.mediaset.it